Ecco come una vecchia cronaca del “Corriere” datata 26 luglio 1927, descriveva la solenne manifestazione:
«Sollevata a braccia dai portatori che indossano un semplice sacco marrone, la statua della Vergine, rivestita con abiti preziosi è recata in processione nell’artistica macchina le cui dorature e gli angeli osannati splendono nel sole.
Alle ore 17.30 il corteo incomincia puntualmente a muoversi e un’ovazione interminabile e fragorosa della folla accalcata nella piazza la saluta insieme al suono reiterato delle campane.
Intorno alla macchina fanno quadrato carabinieri e metropolitani in alta uniforme, ai suoi fianchi si allineano le bandiere delle associazioni cattoliche: mons. Aurcus, Ass. di Prev. S. Dorotea, Giovane Trastevere Uomini Catt. di S. M. in Trastevere, Ritiri Operai, Fede e Lavoro, Uomini Catt. di S. Francesco a Ripa, Op. Catt. Tiberina, S. Michele dei Santi, S. Carlo a’ Catinari, S. Cuore di Gesù in Trastevere. Una gran folla di fedeli segue la statua.
In essa, tra le varie notabilità, riusciamo a notare mons. Marmaggi mons. Respighi, l’ono Martire, il prof. comm. Borromeo anche in rappresentanza del dotto Cingolani, il comm. Ricci Vice Governatore del Carmine, il comm. Ciove, presidente del Circolo
S. Pietro, il comm. Pericoli, il dotto Michetti, il cav. Todaro, il cav. Serafini.
Il lunghissimo corteo al cui ordinato svolgimento presiede con vigile solerzia il Camerlengo del Carmine cav. Carmelo Morsani efficacemente coadiuvato dai confratelli, muove per il tratto superiore della Lungaretta, sul cui sfondo sovrasta il verde declivio gianicolense. Dalle finestre addobbate scendono fiori e invocazioni verso la Sacra Immagine; a ogni tratto da una casa all’altra ai canti sacri della folla che segue la Madonna fa eco il grido unanime: «Viva Maria!». Il campaniletto romanico di Santa Rufina suona a distesa; alle finestre del monastero pendono drappi bianchi e azzurri e festoni di verdura a cui fanno riscontro gli addobbi purpurei delle suore dalle campane di S. Apollonia, quindi l’echeggiare festoso del campanile di S. Maria in Trastevere. Nella bella piazza della Cattedrale trasteverina spiccano i magnifici addobbi del convento Benedettino e la processione si snoda maestosamente. Lungo la Via di S. Francesco, alle campane di S. Callisto rispondono quelle dei SS. Quaranta; dalle finestre dai balconi continua il gettito dei fiori, raddoppiano le acclamazioni. È un trionfo regale e la commozione è visibilissima sul volto delle popolane e degli operai. Arrampicati su un’inferriata due monelli lanciano alla Madonna che passa, baci senza fine e si segnano devotamente. Le mamme protendono verso la Vergine Santa i teneri figlioletti. In Piazza S. Francesco la macchina si ferma dinanzi alla caserma Lamarmora. Una tromba squilla l’attenti e il picchetto dei bersaglieri presenta le armi, mentre echeggiano le note della Marcia Reale.
Manifestazione commoventissima di pietà e di fervore si ripete ad ogni passo; dinanzi alla casa dei Concettini in Via della Luce; a Piazza Mastai dove le operaie della Manifattura hanno atteso il passaggio della Sacra Immagine, dinanzi a casa Buttarelli, tra le case umili della estremità di Via della Lungaretta, sulla Piazzetta del Drago, dove dall’abitazione del combattente Ildebrando Appetiti che qualche anno fa fece alla Madonna del Carmine dono delle proprie decorazioni di guerra, scende sulla macchina una nuvola bianca e profumata di margherite. Quando la testa del corteo è a S. Crisogono la fine è ancora a S. Francesco. Appressandosi alla Basilica di S. Crisogono la folla che segue la Madonna intona a gran voce le litanie.
E quando l’immagine rientrando sul Viale del Re giunge dinanzi alla Basilica di S. Crisogono un volo di colombi viaggiatori si leva nel cielo tra le prime penombre crepuscolari. La folla strabocchevole prorompe in acclamazioni deliranti e, tra il commosso omaggio del suo popolo generoso e devoto, la Madonna dei trasteverini entra nel tempio sontuosamente parato e sfarzosamente illuminato. Così ha termine la manifestazione imponente nella quale Trastevere ogni anno ritrova sé stesso, nessun incidente ne ha turbato il magnifico svolgimento. Un ottimo servizio d’ordine era diretto dal Commissario di Trastevere cav. Primavera coadiuvato dal delegato cav. Accinni.
Il Camerlengo cav. Morsani, che dopo averla restaurata da vari lustri, dirige instancabilmente le sorti di questa superba tradizione romana, attendendo indefessamente ad accrescerne lo splendore, può anche questa volta essere soddisfatto della sua nobile fatica.»
Categoria: storia
Cronaca del 26 luglio 1927